Lo rivela la ricerca “Smart Home” dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano.
È stata presentata il 23/02 la ricerca “Smart Home” dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Smart Home: l’Internet of Things entra dalla porta di casa“. Ebbene, dai dati emersi è evidente come l’Internet of Things sia ormai una realtà nelle case degli italiani e il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home nel nostro Paese vale qualcosa come 185 milioni di euro nel 2016 (+23% vs 2015) con un potenziale di crescita davvero enorme, perché la casa connessa si propone come il fulcro dell’ecosistema “internet delle cose”, capace di trainare dietro di sé diversi settori chiave del Made in Italy.
Nonostante i possibili impieghi siano decisamente variegati, la maggioranza delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero (il 31%) è dedicata alla sicurezza – seguita dalla gestione energetica, come le soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici (10%), la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento (8%), il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici (10%).
Se guardiamo ai dati sul consumatore, il 26% degli utenti finali italiani dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro. Lo rivela l’indagine realizzata dall’Osservatorio Internet of Things in collaborazione con Doxa su un campione rappresentativo degli utenti Internet dai 25 ai 70 anni, da cui emerge che gli italiani non ritengono ancora sufficientemente pronta l’offerta Smart Home: chi non dispone già di oggetti connessi nella sua abitazione nel 50% dei casi è “in attesa di soluzioni tecnologicamente più mature” per acquistarli.